LA CONOSCENZA E LE TECNOLOGIE PER INTERVENIRE SCIENTIFICAMENTE A REGOLA D'ARTE facebook Scienza e Arte w instagram Scienza e Arte w whatsappScienza e Arte w

Dopo l’interesse suscitato dalla mia relazione al convegno tenutosi a Bologna il 14 ottobre nell’ambito per progetto “Salute evolutiva”, vi posto una sintesi, spero comprensibile, dei concetti base di questo articolo.

 

La bocca: una (sconosciuta) finestra sulla salute orale e non solo

 

Nel 2018, non è più possibile ostinarsi a concepire ancora il corpo umano come una nave a compartimenti stagno, ma si rende necessaria e inevitabile una visione olistica che tenga conto delle innumerevoli connessioni esistenti tra gli organi, connessioni anatomiche, fisiologiche, emotive, endocrine, biochimiche, neuronali, e non solo.

Considerare la bocca semplicemente come un banale ingresso in cui poco o nulla accade, dove 28 sassolini bianchi possono essere dolore o spesa, e dove al massimo si annida un afrore che non compete proprio con Chanel n.5, è una sottovalutazione che mi sono sempre rifiutata di accettare, e che fareste bene a rifiutare da chi dovrebbe curarsi della salute della vostra bocca.

La bocca è un mondo meraviglioso, dove si concentrano i recettori più importanti per lo sviluppo della postura e dell’equilibrio, dove l’armonia e lo sviluppo equilibrato dell’apparato muscoloscheletrico dentofacciale possono lanciarvi nell’olimpo delle attrici più espressive e belle di Hollywood, o nella classifica mondiale di modelle… di passamontagna.

Con buona pace di chi recita a tutti lo stesso mantra “Eh signora, è la genetica, non può farci niente”, la genetica in tutto ciò ha una componente molto bassa: è quella che determina la forma e il colore dei denti (come base, ma sul colore potremmo fare un articolo a parte), la loro dimensione, e la predisposizione delle ossa della bocca (mascella – superiore, e mandibola- inferiore) a essere più o meno grandi/lunghe/ampie.

Tutto il resto lo fa la funzione.

La funzione, questa sconosciuta dalla quasi totalità di medici contemporanei, non solo odontoiatri.

La funzione, tanto cara a Madre Natura, così tanto da aver stabilito sin dal Big Bang che è la funzione a determinare la forma, e non il contrario.

Non è che il cactus si adatti a vivere nel deserto perché ha le spine. Il cactus ha le spine perché deve evaporare meno acqua possibile per poter sopravvivere nel deserto.

Non è che il delfino nuoti bene perché è lungo. Il delfino è stato progettato idrodinamico eoni ed eoni di anni fa perché potesse scivolare armonicamente nelle acque una volta azzurre del nostro pianeta Gaia.

 

Con lo stesso principio la bocca, il viso, quello che viene definito splancnocranio, avrà uno sviluppo armonico o sciagurato in base alla funzione che gli verrà attribuita, e al modo di lavorare dei muscoli che lo compongono: lingua innanzitutto, e in misura minore labbra e guance.

La lingua è un muscolo potentissimo, in movimento costante e continuo, implicato in molteplici funzioni, tra deglutizione, respirazione, fonazione, masticazione, come atti quotidiani, e schioccare, leccare, succhiare, baciare (mi fermo qui, la vostra fantasia può andare avanti da sola) come atti accessori non fondamentali per la sopravvivenza e dunque sporadici.

E’ stato calcolato che l’atto deglutitorio venga ripetuto dalle 2500 alle 7500 volte al giorno, in base soprattutto a quanto ci piace parlare. Se come me parlate anche ai sassi, avete una lingua iperattiva. Auguratevi che funzioni bene, perché un atto sbagliato ripetuto 7500 volte al giorno crea i disastri che vedremo tra un po’.

 La lingua, secondo le leggi di Madre Natura, perché sviluppi correttamente viso ed equilibrio posturale, deve posizionarsi a riposo in una e una sola posizione. 

Verificate la vostra. 

A riposo la punta della lingua è mollemente adagiata in basso tra i denti e la sua punta fa rotta decisa verso gli incisivi? Non ci sono notizie proprio gloriose per voi.

A riposo è posizionata con la punta sul palato, laddove finisce la mucosa e cominciano gli incisivi superiori? Idealmente avete i piedi ben piantati per terra, non siete soggetti “aria” e avete conseguito uno sviluppo dentofacciale muscolo scheletrico ideale o comunque equilibrato.

 Cosa può interferire con il corretto funzionamento della lingua e con la sua capacità di conferire al viso un aspetto gradevole e funzionale?

Primo fra tutti, un dispositivo tanto caro alle mamme e tanto odiato dai dentisti funzionali: il ciuccio.

Il ciuccio, usato dopo i 12 mesi, anche solo di notte, soprattutto se accompagnato dalla pessima idea di svezzare il bambino con altro latte (che vuol dire ancora biberon) o di abituarlo a bere con cannucce e bottigliette col succhiotto, determina delle anomalie funzionali e anatomiche che hanno un grado di gravità variabile, in base a tutto il contesto, da lieve a molto grave.

In questa sede, per rendere meglio l’idea di questi effetti, sono stati utilizzati esempi piuttosto smaccati.

Nella figura 1 è palese la difformità dentale e scheletrica conseguente all’uso del ciuccio.

Nella figura 2 sono mostrate le conseguenze alla lunga distanza.

L’uso del ciuccio come abitudine determina una serie di sciagurate conseguenze riportate qui di seguito:

- iposviluppo del mascellare in senso trasversale (palato stretto)

- ipersviluppo del mascellare in senso frontale (palato lungo e ogivale)

- deglutizione infantile (o atipica)

- respirazione orale

- occhiaie

- affollamento dentale

- disallineamento dentale 

- carie rampante

- malocclusione dentaria

- viso allungato (dolicocefalia)

 

Vanessa Ciaschetti

Odontoiatra funzionale